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Racconta un mondo di “spaventati negli affetti” e lo fa senza pudori, Gerardo Pozzi.”Sono una brava persona” è il terzo lavoro discografico del cantautore veneto: quindici canzoni, fotografie di un universo zoppo, quello dei vinti e degli indesiderati. Scava nel profondo Gerardo, e lo fa usando tutti gli strumenti a sua disposizione, dalla malinconia al nonsense, dalla poesia all’ironia, mostrando un’anima completamente nuda. “E’ l’unico modo, per me – dice – per cercare e trovare anime simili, e sentirci tutti un po’ meno soli. Anche l’autoironia, per questo, è un ottimo veicolo”. E lo si capisce a partire dal titolo: “democraticamente imposto – racconta – durante una seduta di psicoterapia, quando, dovendo per esercizio pronunciare proprio questa frase, ebbi un blocco emotivo e la psicologa sentenziò: il prossimo album lo intitolerà così. E così è andata”. Tra queste quindici canzoni, nascosto, c’è uno “Stabat mater”, una commovente e lacerante poesia di Natalino Balasso (attore, umorista e scrittore), una preghiera laica densa di umanità e compassione, recitata da lui stesso. “Un piccolo grande gioiello – dice Pozzi – di cui sono molto grato all’autore. Il mio contributo è stato semplicemente quello di comporre una minimale cornice musicale, e per farlo ho voluto rispolverare il mio sassofono tenore, riemerso, dopo anni immemori, dallo scantinato. Una bella occasione, un altro motivo per ringraziare Balasso”.

“Sono una brava persona” esce per Isola Tobia Label, giovane etichetta che ha anche pubblicato gli album di Gerardo Tango, Francesca Incudine, Carlo Mercadante e Daniele Sarno. A breve sono previste le uscite dei lavori discografici di Humanoalieno e Miriam Foresti.

“SONO UNA BRAVA PERSONA” TRACCIA DOPO TRACCIA-(La guida all’ascolto di Gerardo Pozzi)

QUANDO E’ NOTTE – Un’umana dicotomia tra giorno e notte, tra felicità e malinconia, tra apparente forza e reale stanchezza di un vivere vissuto appieno.

2. SE LE NEVI – Giovanile (la canzone ha moltissimi anni) e timidissimo omaggio ad una regina dell’hard: Selen (da qui “SE LE Nevi)

3. LA VITA MI FA UN PO’ MALE – Malincomica associazione di idee, tra speranze e disillusioni e un immeritato amore che salva, salva sempre.

4. AUGH! – Piccola riflessione (apparentemente nonsense) sull’assenza, vista dalla parte di chi vorrebbe sparire

5. QUANDO CANTO – Cosa succede realmente a me, quando faccio musica. “Quando canto faccio uscir la mia follia, ché tanto son perdonato”.
6. FACCIO IL BRAVO – Invocazione di aiuto e ritorno di quella piccola dose di felicità, senza la quale questa vita sarebbe una pillola troppo amara.

7. UN’IDEA DI GALERA – Riflessione su quanto sia faticoso (ma necessario) vivere riflettendo, e su quanto sia forse semplice (ma volatile) il non farlo. E’ il singolo che ha anticipato l’album. IL VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=nHTju7LwY7c

8. CAINO VS CAINO – Siamo sempre l’Abele di qualche Caino, ma anche il Caino (troppe volte inconsapevole) di altri Abele. Alla fine, siamo sostanzialmente Caino contro Caino. Soprattutto verso noi stessi.

9. AT DEUS – Canzone autobiografica, pur se ermetica, su un passato infantile non molto facile.

10. PIRLATA DEI CARAIBI – Un po’ come la canzone “Augh!”, un brano sulla presenza/assenza nella vita e nei rapporti umani e di coppia.

11. TA’ SET U’ BAMBO – Nel dialetto bergamasco, letteralmente “sei un bamboccio, un ingenuo, uno stupido”, ma con un’accezione anche molto affettuosa. Stare fermi ad aspettare, a contare oggetti, sperando nel sole, che poi o prima certamente risorgerà.

12. NOI 4 ARTISTUCOLI -Chi siamo e come siamo veramente noi, artisti sconosciuti e non. Evitare accuratamente di ammirarci!

13. STABAT MATER – Una lacerante e commovente poesia scritta e interpretata da Natalino Balasso. Una sorta di preghiera laica densa di umanità e compassione.

14. REFLEX – In questa canzone parlo con me, di me. Ci sono io, dentro, e forse anche voi, chissà.

15. ESPERANTO – Non a caso è la canzone che chiude l’album. Un piccolo saluto con la speranza che la miseria che ci circonda (e ci riempie) abbia presto il suo fine tragitto.

CREDITI ALBUM
Testi e Musiche: Gerardo Pozzi
Arrangiamenti: Gerardo Pozzi, Paolo Piovesan, Enrico De Luca, Angelo Lovat, Sergio Marchesini, Alberto Petterle, Filippo Tantino, Beatrice Zaia, Mauro de Ros.
“Stabat Mater” (testo, voce recitante, arrangiamenti vocali: Natalino Balasso
sottofondo musicale: Gerardo Pozzi)
Produzione: Gerardo Pozzi
Registrato, mixato e masterizzato da Paolo Piovesan
Direzione artistica: Paolo Piovesan, Gerardo Pozzi
Fotografie: Franco Bonato
Hanno partecipato:
Gerardo Pozzi: voce, pianoforte, batteria, percussioni, sax tenore (su “Stabat Mater”)
Enrico de Luca: Chitarre
Angelo Lovat: Violino
Sergio Marchesini: Fisarmonica
Alberto Petterle: Violoncello
Filippo Tantino: Contrabbasso
Beatrice Zaia: Arpa
Mauro De Ros: chitarra (in: Ta sèt ù bàmbo)

CHI E’ GERARDO POZZI
Nasce a Bergamo il 23 giugno 1972, cresce in provincia di Milano, studia fisioterapia a Lecco, e si trasferisce a Vittorio Veneto (TV) nel 2002. Scrive canzoni da sempre, ma trova il coraggio di pubblicarle solo alla soglia dei quarant’anni. Ha all’attivo due album (“Sconosciuti e imperfetti” e “Tigrecontrotigre”), per i quali riceve sproni e critiche positive da Paolo Conte, Giorgio Conte e da artisti e critici musicali che stima molto (tra cui le riviste “Bielle” e “L’Isola che non c’era”).
Nel settembre 2014 vince il Premio Fabrizio De André. Nell’estate del 2015 apre, a Treviso, il concerto di Roberto Vecchioni. In agosto del 2016 vince il Premio Botteghe d’Autore come miglior testo. Sempre nel 2016, è tra i trenta cantautori selezionati (su oltre ottomila) alle fasi finali del Tour Music Fest.
Lavora con Kiara Ensemble, un’orchestra d’archi trevigiana, in una serie di concerti sulla storia del cantautorato italiano e francese. Collabora con diversi artisti veneti (tra cui Erica Boschiero, Marco Iacampo, Massimiliano Cranchi, Ricky Bizzarro e molti altri amici).
Nei suoi concerti, unisce canzoni ad aneddoti autobiografici, in costante dialogo col pubblico, convinto che la risata sia una compagna inseparabile delle emozioni più profonde.
Vive su di sé il paradosso del genere umano, e lo racconta semplicemente cantando. Così, senza pudori.
Oltre ad un’inquietudine atavica, il motore della sua vita è composto da sua moglie Sabrina e sua figlia Francesca.